mercoledì 17 giugno 2009
Sinonimi e contrari
Lei non cammina, si muove.
E' un vettore, che attraversa la strada da una parte all'altra. Non fa caso a dove mette i piedi. Non è attenta all'andatura: solo ogni tanto si diverte ad ancheggiare, oppure in assenza di tacchi, mima un vaccaro stanco.
Generalmente le braccia le ciondolano di lato, alternate, ma se si accorge di far parte di un sistema sociale, perché deve pensarci seriamente per accorgersene, allora le raccoglie, oppure le impegna o ancora le blocca, a perimetrare il suo busto.
Il busto.
Sa di non essere simmetrica, una spalla più alta e una più bassa, una contratta e l'altra che si prende la libertà di adagiarsi.
Quando è ferma accavalla le dita delle mani, le contorce, le stringe, le tormenta. Ed anche i capelli. Ma quelli si possono ammansire facilmente, non la spaventano. La parola la spaventa, quella non si placa. Non si addomestica, è anarchica.
Ogni tanto viene fuori fluida e domata, tonda e pacata.
Altre volte va sputata fuori, strappata dalle fauci, rincorsa e stanata nella mente ma ne esce fuori a brandelli e malconcia.
Alcune volte si ferma, perché lo sa, che con quell'incedere rischia di inciampare. Altre volte va oltre, e inciampa.
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4 commenti:
ma lo volemo riempì 'sto broccheZozze?
leggi, il "barrito del barrio" sempre su blogspot, io l'ho tra le amicizie. siete affini.
mi piace come muove la narrazione, il tessuto si mesce bene. Il proposito dell'efferatezza latita, nel senso, piacendomi, cerco che l'altro mi percuota, mi reprima nel sangue, mi spinga in una cava di pietre.
Mi piace.
quello sul caffe, è piu che altro roba tua, una convalescenza d'intenti, una shoa di abluzioni, lavi ricuci e prosperi nelle variazioni su chicchi.
Mi piace piu il primo.
Grazie del suggerimento, e dei consigli.
Un po' da ogni post devo svincolarmi da roba mia!
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